venerdì 3 dicembre 2010

...in realtà sono i bambini che portano le cicogne!!!

Favole e leggende identificano la cicogna come animale beneaugurante.
Il mito della cicogna che tiene con il becco un fagotto con dentro un bambino nasce presso le popolazioni centro-europee ma si basa su un piccolo equivoco.Il modo di dire: "E' arrivata la cicogna" per indicare che è nato un bambino risale all'800 e ci viene dai paesi nordici.
Le cicogne, come si sa, nidificano sui comignoli e nella stagione fredda scelgono quelli più caldi per ovvie ragioni.
Nelle case dove c'era una donna incinta o un bimbo molto piccolo si teneva il camino acceso molto più tempo e per questo le cicogne trovano il calduccio sul tetto facevano il nido.


SEE THE WHITE STORK SIDE

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martedì 30 novembre 2010

...i gatti neri

Mi viene spesso in mente (lo so, sono fatto strano..) di chiedermi il perchè delle cose, e l'altra sera tra discorsi sull'eni, sull'agip e sui gatti mi è venuta in mente la questione dei gatti neri. Che ho scoperto in realtà è un problema di tutti i gatti. Nell'antichità, forse tutti lo sapete, i gatti erano animali sacri per alcune popolazioni, come gli egizi, ma successivamente non godettero della stessa sorte. La diceria che il gatto porta sfortuna ha origine da due fatti storici: in primo luogo bisogna ricercare l'origine nella società fenicia, popolazione che aveva una altissima considerazione dei gatti, specie di quelli neri, anche da loro considerati quasi sacri. I fenici erano abili navigatori, nonchè primi pirati della storia, ed erano soliti imbarcare i gatti nelle loro navi per poter dare la caccia ai topi che avrebbero mangiato le provviste; diciamo che non erano personcine molto per bene, e quando approdavano in un porto spesso ne approfittavano per compiere razzie. Morale della favola? Quando la gente vedeva dei gatti (soprattutto neri) che vagano nei porti voleva dire che c'era un pericolo imminente. La questione dei pirati poi si è protratta ovviamente finchè sono esistiti i pirati. La seconda probabile causa sta nel fatto che essendo il gatto un'animale notturno (e chi ha un gatto lo sa mooolto bene..), i gatti neri, molto poco visibili nell'oscurità, facevano imbizzarrire i cavalli, i quali scaraventavano i cavalieri a terra con estrema violenza. Da qui infatti proviene l'idea che portino sfortuna quando ci attraversano la strada. Io penso che attraversare la strada di notte al buio porti molta piu sfiga al gatto che al guidatore. SEE THE LUCKY SIDE ALE

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martedì 21 settembre 2010

...poveri cani...

Ed ecco che dopo una lunga interruzione... riprende la mail di "forse non tutti sanno che" con una fantastica rivelazione: L'osso penico, detto anche osso penieno (Baculum) è l'osso presente nel pene di alcuni ordini di Mammiferi e più precisamente degli Insettivori, Roditori, Carnivori e dei Primati ad eccezione dell'uomo. La sua forma e le sue dimensioni sono quanto mai varie. Tra le specie domestiche, è presente nel cane e nel gatto. Esso permette al maschio di queste specie la penetrazione in assenza di erezione, che fisiologicamente avviene durante il coito. Nel caso del cane la separazione forzata del maschio dalla femmina durante l'accoppiamento (oltre ad altri eventi di natura traumatica) può causare la frattura dell'osso penieno. Questo spesso avviene perché sebbene l'eiaculazione avvenga in poco tempo, i soggetti tardano nel separarsi fino a 30-40 minuti e proprietari poco informati possono scambiare questo lasso di tempo, assolutamente fisiologico, come una anomalia oppure cercare di interrompere un accoppiamento non gradito.

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mercoledì 12 maggio 2010

...giusto per restare in tema

L'ombrello è un oggetto che serve a riparare l'uomo da eventi naturali indesiderati quali la pioggia, la neve, la grandine o il sole troppo caldo (Infatti la parola ombrello deriva proprio da ombra, a dimostrazione che i primi servissero proprio per ripararsi dal sole).

Non si conosce con precisione né il periodo, né il luogo in cui l'ombrello fu inventato. Si pensa derivi dall'oriente (Cina, India o Giappone); alcuni ritengono fosse presente anche nell'antico Egitto. In Cina era associato (fin dall'epoca preistorica) al culto dell'Imperatore, come oggetto sacro; nell'Egitto dei faraoni era consentito usarlo solo ai nobili; in Giappone proteggeva i samurai ed ora è un vero e proprio simbolo nazionale. Nella Grecia classica era utilizzato prevalentemente dalle donne nell'ambito del culto di Dionisio, mentre durante l'Impero Romano era usato come accessorio di abbigliamento vezzoso e seducente dalle donne più ricche. Infine entrò anche nell'iconografia pontificia come oggetto di pertinenza del papa. L'ombrello è un oggetto antichissimo, che ha avuto durante i secoli varie funzioni, ma non quella per cui è utilizzato oggi, che è di riparare dalla pioggia.
Fino al Settecento l'ombrello (che era costruito con la pelle o, successivamente, con tela cerata) è rimasto un oggetto in uso solo fra i nobili e le classi abbienti ed era portato da un servo come distintivo onorifico. Per la pioggia si usavano mantelli e cappucci. Solo nell'Ottocento si è iniziato a diffondere l'uso dell'ombrello come parapioggia; occorre dire che anche oggi in molti paesi del Nord Europa l'ombrello viene considerato come un accessorio un po' stravagante e preferiscono bagnarsi, piuttosto che portarne uno.

SEE THE UNCONVENTIONAL SIDE
ALE
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mercoledì 28 aprile 2010

..."cara non hai speso tanto vero?" "No, ho solo comprato un fiore"

Tulipa è il nome di un genere delle Liliaceae originario della Turchia e suo simbolo nazionale floreale (!!!): comprende specie bulbose alte 10-50 cm, tra cui alcune spontanee in Italia note col nome comune di Tulipano.
Il tulipano infatti non nasce in Olanda, ma in Turchia; il nome deriva dal turco «tullband», che significa copricapo, turbante, per la forma che il fiore sembra rappresentare. Questo fiore ebbe una grande popolarita' in Turchia nel XVI secolo durante il regno di Solimano il Magnifico, che lo volle sviluppare in numerose varieta' ed impiantare ovunque.
Fu portato per la prima volta in Europa nel 1554 dal fiammingo Ogier Ghislain de Busbecq, ambasciatore di re Ferdinando I alla corte di Solimano il Magnifico, che ne spedì alcuni bulbi al botanico Carolus Clusius, responsabile dei giardini reali olandesi. Clusius trovò un modo per sviluppare molte varietà di tulipani, nei più svariati colori e forme. La sua coltivazione nei Paesi Bassi iniziò all'incirca a partire dal 1593. I tulipani divennero rapidamente una merce di lusso e uno status symbol, non solo per il loro valore decorativo, ma anche per il valore gastronomico, e crebbero rapidamente di prezzo. Si contrattavano in casa del mercante Jacob van der Buerse (da cui prese il nome la Borsa), generando tra il 1634-37 la prima bolla speculativa documentata della storia del capitalismo, la famosa bolla dei tulipani, che scoppiò il 5 febbraio 1637. In questo periodo della storia olandese (1623), le speculazioni sui tulipani erano così diffuse che un singolo bulbo di un famosa razza di tulipano poteva costare anche un migliaio di fiorini olandesi (il reddito medio annuo dell'epoca era di 150 fiorini). Nel 1635 fu registrata una vendita per 100,000 fiorini. Per comparazione, una tonnellata di burro costava circa 100 fiorini e "otto maiali grassi" costavano 240 fiorini. Un prezzo record fu pagato per il bulbo più famoso, il Semper Augustus, venduto ad Haarlem per 6000 fiorini.


Tra l'altro, forse non tutti sanno che il governo italiano ha aperto un servizio di "posta certificata" (https://www.postacertificata.gov.it), un indirizzo mail per una comunicazione elettronica tra Cittadino e Pubblica Amministrazione.
Il servizio è offerto a titolo gratuito e si rivolge a tutti i cittadini italiani maggiorenni che ne facciano richiesta (anche se residenti all'estero).

SEE THE "POVERO ILVIO" SIDE
ALE


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martedì 6 aprile 2010

...viviamo in una città "antisommossa"

La struttura urbanistica di Torino, caratterizzata da enormi viali alberati e grandi piazze, ha un'origine particolare: fino al 1620 Torino era una città completamente racchiusa all'interno della cinta muraria militare, formata, quindi, da vie anguste che ricalcavano i vicoli dell'antica città romana. Questa morfologia favoriva, durante le frequenti sommosse, la creazione di barricate, impedendo al contempo l'uso della cavalleria per sedare i moti. Quando Carlo Emanuele I decretò l'espansione e la ristrutturazione urbanistica della città, tenne conto di queste esigenze: sventrò il centro città, ampliando e arricchendo coi classici portici le vie principali, ristrutturò ed ampliò le principali piazze e, soprattutto, creò gli enormi viali alberati che avevano sia una funzione estetica, ma anche e soprattutto una funzione militare, rendendo impossibile la formazione di barricate da parte dei rivoltosi e permettendo, in ogni caso, l'uso di cariche di cavalleria nel caso di moti.


SEE THE WISDOM SIDE!!
ALE


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domenica 28 marzo 2010

...fa bene tirarsi su!!

Perchè il "tiramisù" , il dolce italiano più famoso nel mondo, si chiama così?

Le origini del tiramisù non sono molto certe. Alcuni le fanno risalire al 1960, sembra nel ristorante "El Toulà" di Treviso. Un'altra versione colloca la sua nascita verso la fine del XVII secolo a Siena, quando il Granduca di Toscana, Cosimo III de' Medici, decise di trasferirsi per qualche giorno nella città. I pasticcieri senesi decisero di realizzare, proprio in onore del granduca, un dolce che rappresentasse quelle che erano le caratteristiche del nobile. Doveva essere un dolce ?importante? che contenesse al suo interno ingredienti semplici ma gustosi; era importante che fosse sfarzoso e goloso poiché il nobile amava molto le dolcezze. Venne così realizzato l'attuale tiramisù che allora, in onore proprio del granduca, fu chiamato ?zuppa del duca?.
La leggenda racconta che divenne il dolce prediletto dai cortigiani che attribuivano al dolce proprietà eccitanti ed afrodisiache. Si diffuse quindi l'abitudine di consumarne abbondanti porzioni prima di ogni incontro amoroso.
Ed ecco che la ?zuppa del duca? cambiò nome e prese quello decisamente allusivo di ?tiramisù? .

SEE THE SUPERPOWER SIDE!!!
ALE


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martedì 23 marzo 2010

...quante zampe alziamo?

Le Statue Equestri

Forse non ci avete mai fatto caso...ma fatelo da oggi in poi...
Nelle statue equestri la posizione delle zampe del cavallo ha un significato ben preciso.
Se esso ha tutte e 4 le zampe giù significa che il suo cavaliere è morto di morte naturale.
Se invece ha una zampa sollevata la morte è avvenuta in seguito ad una ferita riportata in battaglia.
Se ad essere sollevate sono due zampe, il nostro eroe è morto combattendo.

Fatta la mail, trovata l'eccezione.. tutti voi conoscete il "Caval ëd Brons", ovvero il monumento in piazza S.Carlo ad Emanuele Filiberto.. ecco, quello ha una zampa alzata, ma Emanuele Filiberto morì di cirrosi epatica, conseguenza diretta dell'abuso di vino a cui era solito, nell'agosto 1580.

Quindi.. questa notizia prendetela con le pinzette e non fateci troppo affidamento, ma se la raccontate in giro ci fate un figurone!!

SEE THE COOL SIDE!!
ALE

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martedì 16 marzo 2010

...devo guardare qualche film dei Monty Python

Oggi, giusto per restare in tema di queste mail.. lo SPAM!


Quale internauta non conosce gli SPAM, la tanto vituperata posta commerciale che intasa le nostre caselle elettroniche?
Contrariamente a quanto si potrebbe credere, esso non è un acronimo in senso stretto. La sua origine sta in uno spassosissimo sketch comico dei mitici Monty Python, che si svolge in una taverna. In esso si vede una cameriera che offre ripetutamente ai clienti delle pietanze contenenti dello SPAM, che altri non sarebbe che carne di maiale in scatola. Man mano che lo sketch avanza, l'insistenza della cameriera nel proporre piatti con "spam" ("uova e spam, uova pancetta e spam, salsicce e spam" e così via) si contrappone alla riluttanza del cliente per questo alimento, il tutto in un crescendo di un coro inneggiante allo "spam" da parte di alcuni Vichinghi seduti nel locale.
L'insistenza della cameriera e il netto rifiuto da parte di una cliente
ne fecero un tormentone negli anni '70. I Monty Python volevano irridere la carne in scatola SPAM, che era un prodotto vero e proprio, nato nel 1937, e all'epoca molto diffuso e pubblicizzato. Nel periodo dell'immediato dopo II guerra mondiale, questo alimento costava poco ed era parte integrante della dieta della famiglia tipica inglese, specialmente a prima colazione per l'English breakfast. Il contenuto e l'origine della carne 'spam' era un mistero. Ma sicuramente, in un certo periodo la Spam era ovunque, da qui lo sketch dei Monty's e successivamente l'adattamento informatico alla pubblicità non desiderata. Notate l'ambientazione dello sketch a conferma dell'epoca in questione e il livello sociale. Infatti, John Cleese, intellettuale che legge alla fine, viene cacciato in malo modo.
Per vedere il filmato andate su questo link.. è carino
http://www.youtube.com/watch?v=cFrtpT1mKy8

SEE THE USEFUL SIDE
ALE

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domenica 14 marzo 2010

...a Torino mettiamo il piercing ai palazzi!

"Palazzo col piercing": il nome comunemente dato da tutti all?opera creata da Corrado Levi sullo spigolo dell?edificio di via Palazzo di Città 19, che si affaccia su Piazza Corpus Domini, all?altezza del quarto piano.

L'OPERA
Non tutti sanno che questa particolare opera (NDR. io non sapevo nemmeno dell'esistenza di quest'opera), installata nel 1996, in realtà si chiama "Baci Urbani" ed è un vero e proprio atto artistico provocatorio nato dalla collaborazione tra il giovane collettivo di architetti Cliostraat e l?affermato, e non più giovane, Corrado Levi. Il progetto viene sollecitato dal gruppo di lavoro del circuito di Giovani Artisti Italiani che decide di organizzare una serie di eventi che preparino il terreno alla successiva ed imminente prima edizione della Biennale Giovani, la cosidetta "Biennale dell?acciuga," tenutasi a Torino nel 1997. I Cliostraat insieme a Corrado Levi pensano a un progetto a tre teste, che lavori sul tema della relazione tra Città e giovani: costruire un chioschetto itinerante di bibite (Chiosco Casco), tatuare un edificio e appplicare un piercing ad un altro. Solo quest?ultimo progetto vede la luce: grazie alla disponibilità dell?imprenditore De Giuli, che si accolla le spese di produzione e mette a disposizione uno dei palazzi di cui è proprietario, il Piercing viene issato a marzo del 1996. Nato per un?iniziativa estemporanea e pensato come intervento temporaneo, ha ormai festeggiato i suoi primi dodici anni. Il piercing deve sicuramente la sua nascita al gusto per la provocazione e il gioco, ma lavora anche sull?idea che la città sia un corpo di cui ci si può appropiare.
Dai due lati da cui il piercing è attaccato al palazzo, sgorgano due rivoletti di sangue.. da una parte blu e dall'altra rosso; simbolo innanzitutto del differente tipo di sangue (venoso e arterioso), ma in secondo luogo del fatto che Torino vive di una doppia anima di città nobile e proletaria: non a caso infatti la parte del sangue blu è rivolta verso il centro e i quartieri "in" e la parte rossa verso i quartieri più popolari

L'AUTORE
Corrado Levi, classe 1936, inizia la sua cariera come giovane e creativo architetto, ma definirlo ora come tale sarebbe una vero diminutivo: la sua fama, infatti, parla di lui come artista, curatore di mostre, scrittore, architetto, designer, polemista e pure pugile.
Corrado Levi è l?uomo dell?anti-accademia che tiene lezioni spiazzanti all?Università di Milano e che ha fatto scandalo nella sua attività di scrittore, iniziata negli anni Settanta, scrivendo testi di architettura e critica, come "New Kamasutra" di didattica sadomasochistica.
Il suo modo di esere anticonformista e sopra le righe lo ha reso famoso e "artista" in tutti sensi: insomma una persona a cui si può concedere tutto: anche di far inannellare uno storico palazzo torinese.

Grazie a Marika per le notizie che mi ha dato e soprattutto per avermi fatto vedere il palazzo!
Chiedo scusa a tutti per la latitanza ma.. è un mondo difficile


SEE THE ARISTOCRATIC SIDE
ALE

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lunedì 8 marzo 2010

... i cigli cantano!

'Canto del cigno' è un modo per indicare l'ultima espressione degna di nota di una carriera o di una vita professionale o artistica in declino. Per estensione si usa anche per indicare in genere l'ultimo segno di vitalità.

Si suppone che l'espressione derivi dall'antica credenza che il 'Cygnus olor' detto anche 'cigno muto' per l'incapacità di emettere suoni, appena prima di morire fosse in grado di cantare una struggente e bellissima canzone.
Platone si rifà ad un?antica credenza, secondo la quale il cigno era ritenuto un animale canoro.
Gli uomini, riferisce il filosofo greco, mentono anche sui cigni e sostengono che essi, prima di morire, cantino per il dolore, ma nessun altro uccello se ha fame, freddo o altro inconveniente esprime col canto la sua sofferenza.
I cigni, sacri ad Apollo, al termine dei loro giorni, prevedendo il bene che troveranno nel ricongiungersi al loro dio, si rallegrano. Allo stesso modo Socrate, compagno di servitù dei cigni e non meno di essi indovino, gioisce. Egli è certo che, nel momento in cui la sua anima si sarà liberata dalle catene del corpo, potrà finalmente ritornare alla vera luce.

SEE THE SONG SIDE!!
ALE

ps. Se avete suggerimenti su argomenti o si temi da trattare scrivetemi!!
post ps. fate anche un po di sano spam, diffondiamo la cultura della conoscenza. "Fatti non foste a viver come bruti, ma per cercar vitute e canoscienza" - Ulisse


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giovedì 4 marzo 2010

...Orazio o Curiazio?

...visto il successo della "spada di Damocle" ecco a voi...

Orazi e Curiazi!!

Roma ed Alba Longa entrarono in conflitto, affrontandosi con gli eserciti schierati lungo le Fossae Cluiliae (sull'attuale via Appia Antica), al confine fra i loro territori.
Ma Roma ed Albalonga condividevano attraverso il mito di Romolo una sacra discendenza che rendeva empia questa guerra, perciò i rispettivi sovrani decisero di affidare a due gruppi di rappresentanti le sorti del conflitto fra le due città, evitando ulteriori spargimenti di sangue.
Furono scelti per Roma gli Orazi, tre fratelli figli di Publio Orazio, e per Albalonga i tre gemelli Curiazi, che si sarebbero affrontati a duello alla spada. Livio afferma che gli storici non erano concordi nello stabilire quali delle due triadi fosse quella romana e che lui propendeva per gli Orazi perché la maggior parte degli studiosi era in tal senso.
Iniziato il combattimento, quasi subito due Orazi furono uccisi, mentre due dei Curiazi riportarono solo lievi ferite; il terzo Orazio, che non avrebbe potuto affrontare da solo tre nemici, vistosi in difficoltà pensò di ricorrere all'astuzia e finse di scappare verso Roma. Come aveva previsto, i tre Curiazi lo inseguirono, ma nel correre si distanziarono fra loro.
Per primo fu raggiunto dal Curiazio che non era stato ferito e, voltandosi a sorpresa, lo trafisse. Ripreso che ebbe a correre, fu inseguito dagli altri due Curiazi, che però, essendo feriti, si stancarono notevolmente e gli fu facile, uno alla volta, ucciderli.
La vittoria dell'Orazio fu la vittoria di Roma, cui Albalonga si sottomise.
Camilla Orazia, sorella dell'Orazio superstite, era promessa sposa di uno dei Curiazi uccisi, e rimproverò violentemente del delitto il fratello, tanto che questi la uccise per farla tacere. Per purificarsi, offrì poi un sacrificio a Giunone Sororia, divinità tutelare della sorella. Inoltre per il processo al delitto di 'perduellio' (tradimento contro lo Stato) di cui si era macchiato l'uccisore dei Curiazi e di Camilla Orazia, Tullio Ostilio istituì giudici appositi: i 'duumviri perduellionis'. Le parentele erano ulteriormente intrecciate, secondo versioni successive della leggenda, essendo Sabina sorella di uno dei Curiazi e moglie di Marco Orazio.

Nella foto: "Il giuramento degli Orazi" di Jaques-Louis David - Louvre

SEE THE CLEVER SIDE
ALE


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lunedì 1 marzo 2010

...uffa!!

È evidente la sua derivazione da "sbuffare", ma a sua volta il verbo ha una etimologia particolare e antica. Infatti fa riferimento alla scritta in latino ad usum fabricae (ovvero: destinato ad essere utilizzato nella fabbrica), abbreviato in AUF. L'espressione veniva usata per contrassegnare i beni esentati da ogni dazio o pagamento di imposte, come i materiali destinati alla costruzione di Chiese.
Da qui, per spostamento, il sorgere di espressioni come a ufo che in gran parte d'Italia significa gratis ma con una connotazione negativa, di sotterfugio.
Un caso particolare è quello del Duomo di Milano, i cui pesanti blocchi di granito, provenienti dal Lago Maggiore via Naviglio, recavano appunto la scritta AUF. I barconi, appesantiti dalle pietre, erano talmente lenti e impacciati lungo il percorso che da loro derivò l'espressione "auf" (poi "uffa"), per definire una situazione esasperante e noiosa, in cui bisogna portare pazienza anche se si ha fretta.
In seguito l'abbreviativo AUF cambiò pronuncia (infatti mettendo la A iniziale in fondo diventa UFA che nei secoli a venire diventa UFFA).

SEE THE PATIENCE SIDE
ALE


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venerdì 26 febbraio 2010

...Damocle non aveva una spada

La spada di Damocle

Secondo il racconto di Cicerone, Damocle è un principe particolarmente adulatore alla corte di Dionigi I di Siracusa, un tiranno del IV secolo a.C.. Nell'aneddoto Damocle sostiene in presenza del tiranno che egli sia una persona estremamente fortunata, potendo disporre di un grande potere e di una grande autorità. Dionigi gli propone, allora, di scambiare con lui i rispettivi ruoli per un giorno, in modo da poter assaporare tale fortuna. Damocle accetta. La sera si tiene un banchetto, durante il quale inizia a tastare con mano i piaceri dell'essere un uomo potente. Solo al termine della cena nota, sopra la sua testa, la presenza di una spada affilata, sostenuta da un esile crine di cavallo. Dionigi l'aveva fatta sospendere sul capo di Damocle perché capisse che la sua posizione di tiranno lo esponeva continuamente a grandi minacce per la sua incolumità. Immediatamente Damocle perde tutto il gusto per i cibi raffinati che sta assumendo, nonché per le bellissime ragazze che gli stanno intorno e chiede al tiranno di voler terminare lo scambio, non volendo più essere così fortunato.
La spada di Damocle è una metafora utilizzata molto frequentemente in riferimento a questo racconto. Essa rappresenta l'insicurezza e le responsabilità comportate dall'assunzione di un grande potere. Da una parte c'è il timore che il ruolo di potere possa essere portato via all'improvviso da qualcun altro, dall'altra che la sorte avversa ne renda molto difficile il suo mantenimento.
In genere tale espressione viene usata per indicare un pericolo incombente e/o inevitabile.

SEE THE OTHER SIDE
ALE


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martedì 23 febbraio 2010

...che ore sono?

...oggi qualche curiosità sugli orologi!!

Negli orologi che indicano le ore con i numeri romani, il numero indicante le ore 4 è talvolta riportato graficamente con il segno 'IIII' e non 'IV': la prima forma, quella romana originale, viene preferita o per motivi di simmetria grafica all'interno del quadrante dell'orologio o per motivi di economicità nell'uso dei materiali (soprattutto il bronzo dei quadranti più vecchi) per la compilazione del numero stesso. Infatti, scrivendo 'IIII', si aveva in totale I+II+III+IIII+V+VI+VII+VIII+IX+X+XI+XII = 20 'I', 4 'V' e 4 'X'. Con quattro colate in uno stampo con una 'X', una 'V' e cinque 'I' si ottenevano tutte le cifre necessarie senza sprechi. La scrittura "corretta" (I+II+III+IV+V+VI+VII+VIII+IX+X+XI+XII) prevede 17 'I', 5 'V' e 4 'X'. Ma vi è anche un motivo storico: in quanto, agli albori delle meridiane, tale numero facilitava la conta delle ore alla povera gente priva di istruzione. Entrando poi così profondamente nella quotidianità, che quasi tutti i costruttori di orologi che seguirono lo adottarono.

La suddivisione in 12 settori del quadrante degli orologi divenne uno standard quasi universale solo con la Rivoluzione Francese e le successive Guerre napoleoniche. Precedentemente erano diffusi anche i quadranti che mostravano 6 o 24 ore. Durante la Rivoluzione si tentò anche di introdurre la suddivisione della giornata in 10 ore e furono costruiti appositi orologi decimali.

Via dell'Oriuolo che si trova a Firenze, prese questo nome perché in una casa di questa strada, nel 1353, fu costruito il primo orologio a ruote in Firenze, orologio che era destinato alla Torre del Palazzo della Signoria.

Nelle pubblicità degli orologi, le lancette sono sempre disposte alle 10:10, in modo da formare una "V". Il motivo è che questa posizione mette in evidenza il marchio del costruttore, incorniciandolo.

SEE THE RELAX TIME
ALE

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venerdì 19 febbraio 2010

...P

... pare che non sia arrivata quella doppa, quindi la rimando!!
NDR dove vedete il punto interrogativo immaginatevi il simbolo del pi grco.. non mi riconosce il carattere!!

La costante matematica ? (si scrive pi dove le lettere greche non sono disponibili) è utilizzata moltissimo in matematica e fisica. Nella geometria piana, ? viene definito come il rapporto tra la circonferenza e il diametro di un cerchio. Il simbolo ? per la costante di Archimede è stato introdotto nel 1706 dal matematico inglese William Jones quando pubblicò A New Introduction to Mathematics, benché lo stesso simbolo fosse stato utilizzato in precedenza per indicare la circonferenza del cerchio. La notazione diventò di uso comune dopo che la utilizzò Eulero. In entrambi i casi ? è la prima lettera di "perimetros", che significa «misura attorno» in greco.
Inoltre il simbolo ? venne usato all'inizio dallo stesso William Jones che, nel 1706 lo usò in onore di Pitagora (l'iniziale di pitagora nell'alfabeto greco è appunto ?, ma trattandosi di un numero si preferisce usare la minuscola).

C'è un intero campo di studi divertenti, ma seri, che riguardano l'uso di tecniche di memorizzazione per ricordare le cifre di ?. Esempio: "Tre imperfettibile è degno archetipo di quella serie che svela, volgendo circolare, mirabil relazione". Oppure: " Ave o Roma, o madre gagliarda di latine virtù, che tanto luminoso splendore prodiga spargesti con la tua saggezza". Contando le lettere di ogni parola della frase si individuano le prime 14 (e 19 nel secondo caso) cifre decimali di ?: 3,14159265358979. Una forma mnemonica più avanzata è "Che n'ebbe d'utile Archimede, da ustori vetri, sua somma scoperta? Umanitade incerta, infantile, che ad ogni progenie vede negato il divin vero. Ma non combatte già la terrema fragilità."
Esistono gare organizzate per la recita a memoria delle cifre di pi greco, ed anche record mondiali. Nel 2002 il giapponese Akira Haraguchi di Chiba, 59 anni, ha recitato a memoria 83.431 cifre. Il record ufficiale, riconosciuto dal Guinness Book of Records, appartiene tuttavia al cinese Lu Chao dello Jiangxi, che il 19 novembre 2005, all'età di 24 anni, ha recitato 67.890 cifre esatte, impiegando 24 ore e 4 minuti. Il record precedente apparteneva allo studente giapponese Hiroyuki Goto, che nel 1995 era arrivato "appena" a 42.192 cifre.
La popstar Kate Bush ha interamente dedicato al numero ? il secondo brano (intitolato per l'appunto ?) del suo ottavo album Aerial, del 2005, nel quale reciterebbe le sue prime 140 cifre. Ma anche altri musicisti ed artisti in genere hanno dedicato alcune loro opere alla costante.
Il 14 marzo si celebra il "giorno di pi greco", in quanto nella sua scrittura anglosassone (3/14) esso ricorda l'approssimazione più comune di ?. Pi greco si celebra anche il 22 luglio, in quanto nella sua scrittura numerica (22/7) esso ricorda la frazione che meglio approssima il valore di ?.
Una cosa che non tutti sanno è che in fisica si legge "pai" (come la lettera "p" in inglese) perchè il linguaggio scientifico ufficiale è l'inglese (esattamente come le lettere greche mi, che in fisica tutti leggono "mu").. ora capite l'immagine!!

SEE THE PIE SIDE!!
ALE

mercoledì 17 febbraio 2010

...questa è l'ora del Campari!

Il jingle che accompagna le immagini della publicità del Campari è una canzone originale del 1930 ? prodotta sempre per una pubblicità Campari ? cantata da Crivel, pseudonimo di Fernando Crivelli, tenore attivo tra gli anni Venti e gli anni Cinquanta.
Tra le sue canzoni ricordiamo: Duce, Duce, Duce (1933), Ti saluto, vado in Abissinia (1935) e Maramao perché sei morto? (1939)

qui di seguito non poteva mancare il testo!!

Quando al fine d'un giorno noioso
La gaiezza risorge nel cuor
Cerca ognuno il perché prodigioso
E domanda con grande stupor
Donde viene questa gioia verace
Ogni crisi finita è davver
Forse al mondo ritorna la pace, no, credete, è un motivo più ver
Se d'affanni, vecchi malanni, non si sente più novella
Se ciascun sorride lieto e la vita trova bella
Se ragione misteriosa a gioir ciascuno appella
Questa è ora senza pari, questa è l'ora del campari
Brilla il sole nel cielo in festa
o di pioggia si inondi il terren
a quest'ora nel cuore si riversta il pensiero che tutto va bene
poi che la gioia salta e vermiglia e il sol ci rifiuta calor
campari l'ha chiusa in bottiglia onde tutti ripetono in cor
Se d'affanni, vecchi malanni, non si sente più novella
Se ciascun sorride lieto e la vita trova bella
Se ragione misteriosa a gioir ciascuno appella
Questa è ora senza pari, questa è l'ora del campari
Quando gli stranieri in carovana
Dalle brume di nordico suol ripercorron la terra italiana
Nel tepore dell'italo sol
Ammiran sui colli di Roma nuove glorie ed eterno splendor
Ma lasciando bei fiori la Roma con rimpianto ripeton tra lor
Se d'affanni, vecchi malanni, non si sente più novella
Se ciascun sorride lieto e la vita trova bella
Se ragione misteriosa a gioir ciascuno appella
Questa è ora senza pari, questa è l'ora del campari


SEE THE FREE SIDE--

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lunedì 15 febbraio 2010

...che animale è Pimpi??

Pimpi è un personaggio del mondo immaginario di Winnie the Pooh. Si trova sia nei libri originali di A. A. Milne che nei cartoni animati e fumetti Disney.
Pimpi è un maialino di terra. Il suo nome originale è Piglet, diminutivo di pig, cioè maiale, e infatti nell'edizione italiana dei romanzi è chiamato Porcelletto (Pimpi è il nome usato nella versione Disney)
Nella versione Disney si lamenta spesso della sua corporatura, e in una puntata della serie animata televisiva arriva persino a scappare dal Bosco dei cento acri proprio perché si sentiva inutile a causa della sua altezza, salvo poi ritornare accorgendosi che c'erano altri animali molto più piccoli di lui, come gli insetti, a cui riusciva a dare il proprio aiuto. È di colore rosa, a strisce di varie tonalità, e ha le orecchie molto sproporzionate rispetto alle dimensioni del corpo.
Inoltre Pimpi soffre si balbuzie, e anche se molto pauroso e abitudinario, vive da solo in un albero all'interno del Bosco dei cento acri, ed è spesso con l' amico Winnie the Pooh a giocare all'aperto. E inoltre molto sensibile e generoso con gli altri, e non esita a contraddire decisioni altrui.

In alcuni paesi islamici, (come la Turchia) la presenza, giudicata ingombrante, del maialino Pimpi ha causato la censura del cartone animato, da parte della televisione pubblica, per non urtare la sensibilità dei musulmani che considerano il maiale un animale «impuro».

SEE THE CHILDISH SIDE
Ale


.--

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...ci sono parole che è meglio non pronunciare!

Taumatawhakatangihangakoauauotamateaturipukakapikimaungahoronukupokaiwhenuakitanatahu
o Taumatawhakatangihangakoauauotamateapokaiwhenuakitanatahu è il nome
in lingua maori di una collina di scarsa rilevanza, alta circa 305
metri, vicina a Porangahau, a sud di Waipukurau nella Hawke's Bay
meridionale, in Nuova Zelanda. Il nome è per semplicità abbreviato in
Taumata dagli abitanti del luogo.
Il nome scritto sull'indicazione stradale è
Taumatawhakatangihangakoauauotamateaturipukakapikimaungahoronukupokaiwhenuakitanatahu,
che si traduce approssimativamente con: "Il ciglio [o la cima] della
collina [o del luogo], dove Tamatea, l'uomo con le grandi ginocchia,
che scivolò [giù], salì [su] e ingoiò le montagne, [per percorrere
queste terre], [che è] conosciuto come il mangiatore di terre, suonò
[con] il proprio flauto [nasale] per la sua amata". Con 85 lettere, è
uno dei toponimi più lunghi che si conoscano.
 I gallesi sostengono il nome sia stato appositamente allungato a
partire da quello originale per essere più lunga di
Llanfairpwllgwyngyllgogerychwyrndrobwllllantysiliogogogoch (in
gallese: Chiesa di Santa Maria nella valletta del nocciolo bianco,
vicino alle rapide e alla chiesa di San Tysilio nei pressi della
caverna rossa), che a sua volta qualcuno sostiene essere stata
allungata di proposito per diventare il più lungo toponimo britannico.
(ndr. ora al terzo posto)

Curiosità:
Il nome del villaggio gallese viene citato in una storia di Topolino
del 1970, "Zio Paperone e la mucca campione". e in una di Dylan Dog.
Il nome Llanfairpwllgwyngyllgogerychwyrndrobwllllantysiliogogogoch
viene usato come parola d'ordine nella versione cinematografica di
Barbarella.

...però potrei cambiare il nome della rubrica in "la posta telematica
che arriva ogni quando il suo ottimo e fantastico creatore, il quale
dovette sfidare numerose fatiche per poter creare cotanto sapere in
pillole, riesce a perdere tempo che ha e rallegra l'animo di chiunque
voglia ascoltarlo"

SEE THE UNUSEFUL SIDE
Ale

Fwd: ...il merlo era bianco!!

Il nome deriverebbe da una leggenda secondo la quale una merla, con
uno splendido candido piumaggio, era regolarmente strapazzata da
Gennaio, mese freddo e ombroso, che si divertiva ad aspettare che la
merla uscisse dal nido in cerca di cibo, per gettare sulla terra
freddo e gelo. Stanca delle continue persecuzioni la merla un anno
decise di fare provviste sufficienti per un mese, e si rinchiuse nella
sua tana, al riparo, per tutto il mese di Gennaio, che allora aveva
solo 28 giorni. L'ultimo giorno del mese, la merla pensando di aver
ingannato il cattivo Gennaio, uscì dal nascondiglio e si mise a
cantare per sbeffeggiarlo. Gennaio si risentì talmente tanto che
chiese in prestito tre giorni a Febbraio e si scatenò con bufere di
neve, vento, gelo, pioggia. La merla si rifugiò alla chetichella in un
camino, e lì restò al riparo per tre giorni. Quando la merla uscì, era
sì, salva, ma il suo bel piumaggio si era annerito a causa del fumo e
così rimase per sempre con le piume nere.
Come in tutte le leggende si nasconde un fondo di verità, anche in
questa versione possiamo trovarne un po', infatti nel calendario
romano il mese di gennaio aveva solo 29 giorni, che probabilmente con
il passare degli anni e del tramandarsi oralmente si tramutarono in
31. Sempre secondo la leggenda, se i Giorni della Merla sono freddi,
la Primavera sarà bella, se sono caldi la Primavera arriverà in
ritardo.

..direi che quest'anno avremo la primavera migliore del mondo..
dovrebbero chiamarli i giorni della pinguina!!

BE WARM!!!
Ale

...lo share!

La società AGB Italia, per conto di Auditel, ha istallato nella casa
di circa 5.200 famiglie italiane (corrispondenti a 14.000 individui)
un piccolo apparecchio, detto meter, collegato ad ogni televisore
della casa e alla linea telefonica, che registra su quale canale è
sintonizzato il televisore. Ogni membro della famiglia deve segnalare
la propria presenza davanti al televisore tramite un particolare
telecomando: in questo modo il meter registra sia quale programma è
visto, ed anche da chi è visto. I dati vengono poi elaborati al
computer centrale di Milano e pubblicati la mattina seguente poco dopo
le ore 10

Alcuni studi effettuati da istituti di statistica indipendenti hanno
evidenziato la totale inattendibilità dei dati forniti con il sistema
di rilevazione adottato.. (ndr.. a cosa serve allora??)

La trasmissione più seguita nella storia dell'Auditel risulta la
semifinale del Campionato mondiale di calcio 1990 in Italia, tra la
nazionale azzurra e l'Argentina: furono 27 milioni 537 mila i
telespettatori che seguirono l'evento, con una percentuale dell'87,25%
di share. Il programma non sportivo più visto in assoluto è, al 40°
posto in classifica, il Festival di Sanremo 1995, il film più visto di
sempre è La vita è bella di Roberto Benigni, mentre per quanto
riguarda i programmi di intrattenimento, la finale della prima
edizione del Grande fratello detiene il record assoluto!

Quindi direi che risulta che gli Italiani tra una partita e un Grande
fratello, ogni tanto guardano anche qualche film decente!!

BE TELEVISION-FREE!!!
Ale--

giovedì 4 febbraio 2010

Il Rasoio di Occam ...non serve a farsi la barba

Il rasoio di Occam (Ockham's razor) è il nome con cui viene contraddistinto un principio metodologico espresso nel XIV secolo dal filosofo e frate francescano inglese William of Ockham (noto in italiano come Guglielmo di Ockham). Tale principio impone di evitare ipotesi aggiuntive in un ragionamento se quelle iniziali sono sufficienti. Ciò significa che – tra le varie spiegazioni possibili di un evento – bisogna accettare quella che appare ragionevolmente vera, senza ricercare un'inutile complicazione aggiungendovi degli elementi causali ulteriori. In altri termini, non vi è motivo alcuno per complicare ciò che è semplice: all'interno di un ragionamento o di una dimostrazione devono invece essere privilegiate la sinteticità e l'economia di pensiero.

..in genere si dice che "la soluzione migliore è con maggiore probabilità quella più semplice"

Quindi.. non costruitevi teorie strampalate e fantasiose su ciò che vi succede!!!

BE EASY!!

sabato 30 gennaio 2010

Forse non tutti sanno che..

Buongiorno mondo!!
Ora questa fantastica idea (fissa, pazzia.. come volete..) ha addirittura un sito!!!
incredibile eh??
Ora però la partecipazione sarà su richiesta: mi sono rotto le balle di quelli che "mi ma perchè lo scrivi? e perchè me la mandi".. andate a cagare, non vi iscrivete e siamo tutti amici come prima!!

Per ricevere le mail.. mandatene una vuota a: forsenontuttisannoche-subscribe@domeus.it